7 Castelli per una città: la storia delle fortezze partenopee
Sapevate che Napoli è l’unica città al mondo a possedere 7 Castelli nel suo perimetro cittadino? Alcuni di essi sono celebri e attirano centinaia di turisti ogni anno; altri sono decisamente meno conosciuti, ma tutti hanno alle spalle una storia affascinante. Scopriamola insieme.
La storia dei 7 Castelli di Napoli
Dei 7 Castelli di Napoli, il più antico è il Castel Dell’Ovo (Castrum Ovi) dal quale si può ammirare tutto il golfo. Sorge sull’isolotto di tufo Megaride, dove fu fondata l’antica città “Pathenope” successivamente ribattezzata “Neapolis”. Il suo nome trae origine dalla leggenda secondo la quale Virgilio, che aveva fama di essere anche un mago, vi nascose un uovo, dalle cui sorti sarebbero dipese quelle del castello e della città.
Il secondo castello più antico di Napoli è Castel Capuano, del XII secolo, così chiamato perché ubicato a ridosso di Porta Capuana, dalla quale si apriva la strada per Capua. Fu adibito inizialmente a residenza reale, ma in seguito divenne palazzo di giustizia e vi furono annesse le carceri.
L’era Angioina ci ha lasciato uno tra i castelli più famosi di Napoli e non solo: Il Castel Nuovo, meglio conosciuto come Maschio Angioino. Dimora reale e fortezza, le sue segrete sono accompagnate ancora oggi dalla misteriosa leggenda secondo cui molti dei prigionieri che vi venivano rinchiusi sparissero misteriosamente a causa di un coccodrillo che penetrava da una un’apertura dei sotterranei e trascinava in mare i malcapitati. La leggenda costituì lo spunto per disfarsi di alcuni condannati a morte senza destare troppo clamore, attribuendone la triste fine… alle fauci del rettile!
A 250 m s.l.m, nella zona collinare del Vomero, sorge poi Castel Sant’Elmo, una fortezza in tufo di origine medievale (oggi un museo) dalla quale è possibile godere del panorama di tutta la città. Il castello sorge sulle spoglie di un’antica chiesa del X secolo dedicata a Sant’Eframo, da cui prende il nome. Durante la rivoluzione napoletana il castello fu conquistato dal popolo, ma alla caduta della breve Repubblica la medesima fortezza divenne la prigione dei protagonisti della breve rivoluzione, quali: Eleonora Pimetel de Fonseca, ideologa della rivoluzione, Giustino Fortunato, Francesco Pignatelli e molti altri.
Volutamente collocato all’angolo meridionale della cinta muraria della città, a scopo difensivo, si trova invece il Castello del Carmine o Sperone, edificato nel 1382 da Carlo III di Durazzo. Oggi ci resta soltanto la Torre Spinella e un piccolo tratto di cinta muraria.
Il Castello di Nisida (XVI secolo) invece, si trova sull’omonimo isolotto e per questo gode di un panorama suggestivo. Esso è stato protagonista di diversi momenti storici: fu adibito a lazzaretto per i malati di peste durante la terribile epidemia del 1626; divenne poi una prigione per i detenuti politici. Oggi ospita la Colonia di redenzione per i minorenni.
Infine, come ultimo castello, ricordiamo la Fortezza di Vigilena, di cui oggi resta pochissimo. Durante il regno delle due Sicilie fu utilizzata per l’istruzione dei cadetti dell’Accademia Nunziatella all’artiglieria. Inoltre, la città deve molto a questa fortezza, perché per molto tempo ha costituito il baluardo del sistema difensivo che fu studiato per proteggerla.