“Solo a Napoli”: storia di 3 usanze caratteristiche della città partenopea
La città di Napoli ha sempre avuto un rapporto molto intenso e profondo con le sue radici e le sue tradizioni, arricchite anche grazie al passaggio di numerose culture che si sono susseguite nel corso della storia. Questo perché il popolo napoletano, benché da sempre aperto e creativo, è notoriamente orgoglioso e identitario e pertanto nutre un profondo rispetto per gli insegnamenti del passato che hanno contribuito a costruire l’animo e l’identità della città. Non è raro, infatti, scoprire che alcune di queste tradizioni sono mantenute in vita ancora oggi nella Napoli moderna che, sebbene sia estremamente frenetica e caotica, si concede sempre un momento per ricordare.
Vi piacerebbe conoscerne qualcuna?
3 tradizioni tipiche di Napoli
Mangiare 12 chicchi d’uva la notte di Capodanno
La notte di San Silvestro è carica di aspettative e buoni propositi e, per questo, si ricorre ad ogni mezzo per assicurarsi gioia e prosperità per l’anno nuovo. A Napoli, come nel resto d’Italia, mangiare lenticchie accompagnate dal cotechino è un rituale che si compie per ingraziarsi la buona sorte e assicurarsi un anno economicamente prospero. Ma forse non tutti sanno che i napoletani possono contare su un’arma in più! Ossia accompagnare la fine del cenone con l’uva, frutto carico di fortuna e buon auspicio e, rigorosamente, mangiarne 12 chicchi allo scoccare della Mezzanotte, uno per ogni mese che verrà. Questa tradizione, le cui origini sono intrise di storie e leggende, è tipica della cultura iberica, e da essa ci è pervenuta durante il periodo della dominazione spagnola a Napoli. Provare per credere!
Il “caffè sospeso”
Se vi capita di passeggiare per i vicoli di Napoli o fermarvi in un bar per una sosta, non stupitevi se sentite ordinare da un cliente due caffè: “uno subito, e uno sospeso”. Si tratta di un caffè pagato e non consumato, ma destinato come regalo al prossimo cliente. Questa usanza, che a ben ragione sottolinea la cordialità e la generosità del popolo napoletano, si è tramandata nel tempo come espressione di altruismo (il caffè a Napoli è sacro, e non si nega a nessuno!) o più comunemente per festeggiare una buona notizia o ricompensare un fato che in quella giornata si è dimostrato particolarmente generoso.
La festa di Piedigrotta
Originaria della fine del ‘400, la festa di Piedigrotta affonda le sue radici nel culto cristiano, e in particolar modo nella festa di Santa Maria della Grotta, in cui si omaggiava la Santa con doni e si allestivano carri per la processione. Successivamente, entro questa festa furono inglobate le tradizioni pagane del Carnevale, dando vita a una vera e propria festa in maschera alternativa a quella ufficiale e tutta napoletana. Carri, maschere e menu tradizionali come la tipica parmigiana di melanzane, divennero il simbolo di una festa che arrivò a durare una intera settimana.